A Udine in Borgo Mondo tagliare non le siepi ma la retorica!

Il Coordinamento storico di Borgo Stazione scettico sul nuovo piano di decoro del Comune a favore del quartiere ferroviario cittadino. Il coordinatore prof. Travain: "Nel 2006 siamo stati noi a far togliere le siepi. Non bastava allora e non basta oggi. Bisogna che l'Amministrazione s'impegni veramente in un progetto di rigenerazione comunitaria anche in chiave antimalavita! Il resto e mera chiacchiera!".
"La tattica della terra bruciata, non attuata però da un esercito in strategica ritirata foriera di rivincite ma da una ciurma appesa al destino ed in rotta completa. In qualità cittadino ma senz'altro anche di coordinatore del Coordinamento Civico Udinese "Borgo Stazione", quello storico, risalente al 2003, non posso oggi non bollare come fuorviante e addirittura ridicola l'iniziativa del Comune di Udine di radere al suolo talune siepi di certe contrade di Borgo Mondo - come piacerebbe a qualcuno chiamare ora l'ex 'Parioli' della città friulana - scoperte ricetto di spaccio di droga. Qui non è affatto un'Amministrazione locale, comunque, a ritrovarsi fallita ma un'intera Repubblica il cui ordinamento e le cui applicazioni sono risultati - a mio parere e di tanti - ampiamente inefficaci in materia di garanzia di sicurezza, controllo ed ordine pubblico sul territorio. E ciò non solamente in Borgo Stazione ovvero nel Quartiere delle Magnolie, dicitura errata perché riferibile soltanto a una parte del suburbio storico! Anche se attualmente la presenza delle Forze dell'Ordine, almeno la presenza - va detto -, si nota infintamente di più rispetto ad un tempo, soprattutto dopo l'assassinio, nel Centro Storico, del sig. Tominaga, è chiaro che bisogna assolutamente alzare la voce nei confronti di questo Stato e di ogni livello legislativo di questa Repubblica. Per fare questo, però, urgerebbe avere le idee chiare prima di affogarle nella retorica. Sarà anche vero che la bellezza salverà il mondo - penso perplesso al ventilato piano di rilancio socio-urbanistico da affidarsi al Politecnico di Torino - ma non sarà in grado affatto, da sola, di regolarlo. 'Ubi homo in ius', dove c'è l'Uomo ci sono - o meglio, debbono esserci - delle regole ma queste esistono nella misura in cui sono fatte rispettare. Non sono un fanatico leguleo e neanche troppo legalista, però ciò che è utile al bene comune dovrebbe farsi regola automatica!". Questa la reazione del coordinatore/conservatore del vecchio coordinamento civico di Borgo Stazione a Udine, prof. Alberto Travain, di fronte al taglio parrebbe "antispaccio" di talune siepi nel rione ferroviario, "nella cornice di un piano di decoro senz'altro apprezzabile ma non passabile per incisiva iniziativa di riforma o rigenerazione della comunità locale anche in chiave antimalavita. Chi non ha e non intende promuovere un progetto vero di comunità - e queste Amministrazioni udinesi avvicendatesi a Palazzo D'Aronco negli ultimi decenni, quelli più bollenti, non hanno davvero mai dimostrato di averne uno e di perseguirlo - non può sperare di continuare a vendere fumo attraverso operazioni anche utili ma soltanto estetiche! Siamo stati noi, nel 2006, a chiedere e ottenere dal Comune interventi analoghi di riqualifica del verde pubblico sul territorio rionale, ma non ritenevamo che ci si dovesse concentrare solo o innanzitutto su quello! Che l'abito faccia il monaco o meno è dilemma chiaramente irrisolvibile. Il punto è che a noi interessa il monaco!".