"Borgo Mondo un corno!": esce il nuovo foglio del coordinamento civico udinese di Borgo Stazione

Nel 21° anniversario di fondazione del Coordinamento Civico Udinese "Borgo Stazione", costituito di fatto il 1° settembre 2003, il suo coordinatore/conservatore, prof. Travain, ha pubblicato l'ultimo foglio sociale intitolato "L'Eco del Borgo Stazione di Udine", a raccogliere le note stampa relative a idee ed attività del gruppo da un anno a questa parte.
"'Borgo mondo' un corno! Che significa Borgo Mondo – toponimo non senza fascino, recentemente proposto da alcuni, appoggiati da potente stampa - se non crogiolo d'identità diverse ma rinunciante ad un'identità propria, territoriale, attorno a cui includere, integrare e unire? Borgo Stazione, nel 2003, mia modesta invenzione, era dicitura tesa a richiamare ed a sviluppare i filoni originali della memoria e della coscienza di un quartiere del quale si era persa addirittura nozione; una dicitura che, nel nome stesso, volutamente ammiccava al modulo più longevo dell'esperienza civica rionale degli udinesi: la Udine dei Borghi, modello antico di democrazia articolata e virtuosa. Dal 2003 ad oggi, molto hanno parlato e molti hanno scritto di Borgo Stazione senza manifestarne fondata coscienza. Una coscienza su cui puntare e da cui partire per reinventare su basi solide una comunità 'glocale'. Non ebbi e non avemmo 'giornaloni' a favore, intenti a rincorrere o a fomentare sterili polemiche e piccinerie stravianti ed allontananti da ogni alto obiettivo. Siamo ancora preda dell'eterna retorica di un pluralismo che non sa e non vuole affatto fare sintesi e che, anzi, trasforma la contemporanea corsa alla garanzia dei diritti individuali in un destrutturante 'divide et impera' senza orizzonti comunitari. Borgo Mondo ennesima edizione di un globalismo su scala locale che non sa farsi comunità radicata? Udinesi con mille origini ma convogliati in una comunità udinese ed aderenti a un'identità udinese: quello dovrebbe essere l'orizzonte, tutto fuorché razzista ma ben indirizzato al rafforzamento o alla reinvenzione di un livello locale di comunità coesa! In queste pagine, frammenti di mosaico di un impegno spontaneo di tal segno che si rinnova, seppure a fatica, anche nel e per il quartiere ferroviario di Udine. Ora, rigenerare lo storico Coordinamento Civico Udinese 'Borgo Stazione' può essere impresa ingrata ed immane, per certi aspetti votata allo sfascio. Non prima di noi e nemmeno dopo vi è stato qualcuno in grado e volontà di realizzare quello che ci si proponeva. Noi: spesso inadatto pronome plurale non confacente ad un agire sovente in piena solitudine. Una solitudine come fardello, come condanna, in una città priva di una reale società civile, rimpiazzata da surrogati artificiosi ad uso della politica o costruiti da certa stampa. Comitati effimeri e velleitari; esclusive imbarcate associazionistiche tese a finanziate interlocuzioni con le Istituzioni amministrative; commercianti ondivaghi; cittadini spaesati e abulici, mai soggetto vero del proprio destino anche per mancanza di volontà, spesso di cultura civica di base, oppure per eccesso di benpensantismo borghese, individualismo, tendenziale egoismo, banale chiusura nel proprio quadretto di quotidianità sempre meno tutelato e garantito. Ho accettato la gravosa delega conferitami dall'Arengo udinese ed unita al riconoscimento del mio storico impegno a favore di una riqualifica e di una ritrovata identità del rione ferroviario urbano. L'ho fatto sapendo di andare incontro facilmente ad un baratro. L'ho fatto in omaggio alla compianta storica presidente sociale sig.ra Francesca De Marco, che di quel tale baratro ebbe chiara esperienza, trovando comunque sempre la forza di andare avanti e cercare nuove proficue strade verso l'obiettivo di una positiva, radicata e inclusiva rifondazione della vita del quartiere. Mi sono circondato – voglio sperare - di pochi validi, sinceri e convinti collaboratori, che mi auguro capaci di buon equilibrio, tenacia e incorruttibilità politica. Risultato? Comune sul chi vive e forse nemmeno troppo: segnali di fumo di non certo limpida interpretazione. Parrocchie accoglienti di primo acchito. Incredibilmente scuole restie, prese di contropiede. Associazionismo in genere chiuso, barricato a difesa di propri equilibri e consorterie. 'Giornaloni' muti. Per il resto, che dire? Oltre ai politicanti e alle claque di fazione, al cittadino che trova il coraggio estemporaneamente di alzare la cresta, magari solo per una spacconata in faccia al 'sorestant' di turno, per davvero in Borgo Stazione non esiste un popolo, una cittadinanza, una comunità, in grado di dirsi tale. Non esiste coscienza collettiva, cosa che, in effetti, scarseggia in tutta la città e probabilmente non esisteva già prima che il Mondo approdasse ai 'Parioli' di questa Udine. Non sarò 'pulitic', non dirò per forza quello che la gente ama sentirsi dire. Servo le mie idee per un bene comune da quattro decenni con i sodalizi da me istituiti e parte integrante della mia vita. Non mollerò finché le mie convinzioni non vacilleranno!". Questo il testo integrale dell'intervento introduttivo al novello foglio sociale del Coordinamento Civico Udinese "Borgo Stazione", pubblicato il 1° settembre 2024, nel 21° anniversario di fondazione del sodalizio, a cura del suo coordinatore/conservatore prof. Alberto Travain.