Borgo Stazione di Udine scrive a De Toni e Fedriga: "Lavorare sull'identità per rigenerare la comunità!"

07.10.2024

Il leader dello storico Coordinamento civico rionale udinese, prof. Travain, scrive al Sindaco ed al Presidente della Regione, in trattativa per la riqualifica del quartiere ferroviario cittadino: "Si badi alla 'civitas' prima che all''urbs'!".

"Spettabili Autorità, con riferimento ad intenti e progetti comunali udinesi di riqualifica del quartiere ferroviario cittadino, intenti e progetti divenuti argomento di discussione anche in sede regionale, sarà nostro diritto e nostro dovere, come primi rigeneratori della coscienza locale, esprimere nel merito una posizione che possa giovare al bene comune. Perciò un indirizzo, non certo richiesto ma che si spera comunque apprezzato, è che, quale che sia il progetto in cantiere per detti scopi, non debba però meramente ridursi ad un piano estetico, urbanistico, ambientale, bensì rispondere a vera emergenza socioculturale e non solamente con riferimento alla sicurezza e alla legalità ma anche all'integrazione su base locale udinese e friulana di tanto esodo immigrativo, fatto che interpella, a sua volta, il tema di un'identità comunitaria inesistente a livello urbano e tutt'altro che promossa dalle Istituzioni. Un'emergenza, questa, davvero antropologica, che le sinistre pare non rilevino mentre le destre sembrano liquidarla a mera questione di ordine pubblico. A fronte di autoctono sradicamento identitario-comunitario, anche saldato a declino demografico importante, non c'è affatto spazio per virtuosa e accogliente assimilazione naturale, mancando a momenti l'elemento nativo. Siamo oramai alla sostituzione etnica, la cui prima responsabilità non può che essere che riconosciuta come in capo ad Istituzioni chiaramente risultate incapaci od indisponibili a garantire il tessuto socio-territoriale storico. E siamo arrivati, così, a 'Borgo Mondo', pericolosa dizione affermante l'extraterritorialità globalista di un settore urbano, esotismo ammaliante ma sradicante ed autorizzante reazioni contrarie. Borgo Stazione, Udine, il Friuli, l'intero Friuli Venezia Giulia odierno, hanno bisogno di saggia e lungimirante operazione d'ingegneria identitaria, in grado di restituire una legittima centralità inclusiva ad un dato locale universalmente aperto alla virtù. Va, insomma, reinventata capillarmente la comunità come baluardo di umanità, civiltà e coesione. 'Non saxa sed habitatores': bisogna operare innanzitutto sulla 'civitas' non tanto sull''urbs', tanto per rubare voci e categorie a Isidoro di Siviglia: sul dato sociale non su quello urbanistico. Anche se il secondo può incidere sul primo, non è in grado di guidarlo. Se ne tenga conto! Bisogna lavorare sull'identità per rigenerare la comunità! Bisogna trainare una rigenerazione della comunità, non affidarla a soluzione naturale, sempre sprezzante dei soccombenti. Con rispettosa cortesia". Questa la lettera firmata il 7 ottobre 2024 dal prof. Alberto Travain, coordinatore e conservatore arengario del Coordinamento Civico Udinese "Borgo Stazione", ed indirizzata al Sindaco di Udine, prof. Alberto Felice De Toni, nonché al Presidente della Regione, dott. Massimiliano Fedriga. Lo storico Coordinamento, che ripropose, nel 2003, una specifica identità rionale per la zona Stazione di Udine, non ci sta affatto a vedersi estromesso da ogni considerazione pubblica nel momento in cui l'Amministrazione dice di volersi impegnare a fondo nell'area divenuta a forza quartiere multietnico, causa mancate garanzie per gli autoctoni. 



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