Contro il travisamento di partecipazione e democrazia a Udine il Fogolâr Civic si appella a Salmè

20.01.2024

L'indignazione del più libero e battagliero civismo udinese contro una prospettata indebita devoluzione di sovranità democratica a favore dell'associazionismo, pare punto d'onore dell'Amministrazione del sindaco De Toni per quanto riguarda la riforma dei Quartieri. Travain (Fogolâr Civic): "Non vogliamo un nuovo Giovanni di Moravia!".

"Assemblee popolari deliberanti come pregiudiziale di una riforma rionale 'partecipativa'": questo l'oggetto della proposta formulata dal prof. Alberto Travain, coordinatore del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico "Fogolâr Civic", al Presidente della Commissione Statuto del Consiglio comunale di Udine che, mercoledì 24 gennaio 2024, valuterà gli intenti dell'Amministrazione del sindaco De Toni riguardo al riordino dei Quartieri udinesi. "Pregiatissimo – scrive il 20 il prof. Travain -, in vista della seduta del 24 prossimo avente ad oggetto l'istituzione dal parte del Comune di Consigli di Quartiere cosiddetti 'Partecipati', preme a chi scrive ed al raro civismo autofinanziato di questa città rimarcare all'attenzione del consesso da Lei presieduto come qualunque riforma rionale richiamantesi nominalmente alla partecipazione democratica non possa esimersi dal contemplare l'istituto di assemblee popolari deliberanti, risultando i ventilati prepositi di mediazione associazionistica tra cittadinanza e Amministrazione quale stonata parzialità e superfetazione privatistica nel quadro di un sistema pubblico votato a democrazia. Si ripropone, come da decenni oramai, lo sviluppo di periodiche pratiche di partecipazione civica collegiale autodeterminata, propositiva e deliberativa, giuridicamente pur non vincolante, con assemblee popolari rionali a numero chiuso ed a libero accesso sino a esaurimento dei posti previsti da capienza legale delle sedi. Nulla di strano e difficile per i potenti mezzi comunali. Regole chiare. Garanzie di civica inclusione reale. Così funziona il moderno Arengo, 'autoriconvocato' dal 2015. Così ogni quartiere oggi potrebbe davvero reinventarsi come propositiva tribuna condivisa, non mera sede rivendicativa o noioso calco di equilibri municipali politico-partitici. La Sua cortesia saprà considerare adeguatamente quanto si avanza". Immediato il riscontro del dott. Salmè, che si dichiara pronto a presentare emendamento ad hoc prima del Consiglio del 29, chiamato esprimersi sulla questione. Travain ha diffuso inoltre, a mezzo social, tre videoappelli – in italiano, friulano e udinese – in cui spiega le ragioni del più battagliero civismo cittadino contro una pur provvisoria devoluzione di sovranità democratica a beneficio di un associazionismo che, essendo fatto privato, non può certamente mediare, in democrazia, la libera espressione delle cittadinanza. Amante e studioso della storia locale, il Professore ha anche richiamato parallelismi tra l'odierna vicenda e l'iniziativa dell'inviso patriarca medievale aquileiese Giovanni di Moravia, che abolì in pratica i diritti politici dei singoli cittadini per affidare la città alla tirannide delle corporazioni del tempo! Ma il patriarca Giovanni non ebbe fortuna... Altri tempi!



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