Formare tutta la cittadinanza alla sicurezza partecipata!

Applaudito intervento del coordinatore del vecchio coordinamento civico di Borgo Stazione sul tema del nuovo piano comunale di sicurezza partecipata. Travain: "Bisogna insegnare ai cittadini a difendersi finché possibile legalmente!"
Una qualificata delegazione del Coordinamento Civico Udinese "Borgo Stazione" e del movimento civista-euroregionalista del "Fogolâr Civic" ha preso parte, presso i locali della Cisl cittadina, all'incontro pubblico con l'assessore comunale Toffano ed il comandante dei vigili Del Longo sull'argomento della "sicurezza partecipata", incontro svoltosi mercoledì 29 maggio 2024 e presieduto dal sig. Umberto Marin, referente di una cordata di associazioni operante nel quartiere ferroviario di Udine. Oltre al prof. Alberto Travain, coordinatore rappresentante del vecchio, primo, coordinamento rionale e del movimento fogolarista-civista, presenti anche i validi esponenti di questi come, ad esempio, la prof.ssa Elisabetta Marioni, la dott.ssa Maria Luisa Ranzato, la sig.ra Marisa Celotti, la sig.ra Milvia Cuttini, la sig.ra Marisa Lenarduzzi e la sig.ra Laura Paviotti. Molto applaudito in tale contesto l'intervento stesso di Travain, che si è mostrato scettico ma non chiuso riguardo all'idea proposta dal Comune. "Formare tutta la cittadinanza alla sicurezza partecipata - tutti i cittadini di buona volontà - e non solamente un'elitaria rete o catena di eletti interlocutori della Polizia Locale specificamente formati! Formiamo tutti! L'Amministrazione locale ci aiuti ad individuare, nelle mille pieghe della legalità italiana, gli effettivi spazi di manovra spicciola della cittadinanza a garanzia della propria sicurezza quando ci si trovi di fronte al peggio. Qualora, infatti, la legalità italica - le sue lungaggini, le sue carenze ed ambiguità - divenisse un argine alla sicurezza degli udinesi, il cittadino si troverebbe allora di fronte a dilemmi gravissimi e alla necessità di soluzioni utili ed immediate. Quando il primo decennio di lotte del Coordinamento Civico Udinese "Borgo Stazione" giunse, nel 2013, al capolinea di una cosciente dichiarazione d'impotenza in faccia al disordine crescente, il grande colpevole lo individuò proprio nelle Istituzioni e nell'ordinamento italiani, inadeguati ovvero insensibili a certe istanze. Il nostro primo problema è l'Italia. Se le normative fossero adeguate, il vulnus allora risiederebbe nella mancata ovvero carente loro applicazione. Un problema comunque. Un danno ai singoli e alla collettività e soprattutto la precarietà di garanzie. Già il fatto che il Comune di Udine immagini di avviare un piano di sicurezza partecipata mirante di fatto al coinvolgimento della cittadinanza nel presidio o salvaguardia del territorio e della quiete pubblica potrebbe essere un passo in avanti rispetto all'ordinaria opera di dissuasione istituzionale del cittadino da ogni tentativo di contribuire troppo attivamente alla tutela dell'ordine pubblico. C'è poco da fare: chi segnala dà fastidio. Il cittadino che controlla è ingombrante, poiché chiede risposte, incalza, 'rompe': la sua logica è ben diversa da quella delle Questure, delle Prefetture, barricate dietro imperscrutabili 'arcana imperii' . È naturale che la 'sicurezza partecipata' non piaccia troppo - immagino - ai preposti tutori dell'ordine, rappresentandone in buona sostanza un po' un fallimento ancorché sotto il segno di una legittima ed integrativa mobilitazione di senso civico. Dovranno farsene una ragione. Se siamo arrivati alla situazione d'insicurezza e di disordine di oggi, significa che forse è anche mancata previdenza, lungimiranza; che le prime avvisaglie del degrado sono state prese sottogamba e si spera in buonafede! S'è tanto irriso, da più parti, agli 'eccessi' del rigorismo civista, bollato alle volte facilmente di razzismo! S'è fatto ignobilmente il distinguo tra sicurezza e sicurezza percepita come se la percezione non fosse parte della qualità della sicurezza garantita". Questa la riflessione del prof. Travain, riflessione alquanto articolata e cruda, affidata ad apposita nota stampa e social. Quando il sig. Marin, che presideva l'incontro, ha parlato di unità d'intenti tra associazioni del Borgo Stazione a favore dell'inclusione, Travain ha replicato che più volte il vecchio coordinamento rionale da lui presieduto si è trovato escluso dalle iniziative. Marin ha replicato: "disguidi". "Troppi" ha risposto il professore rinnovando intenti collaborativi soprattutto sul tema di un'identità territoriale aggregate da reinventare su radice locale ma globalmente aperta.