Il Castello di Udine, "tomba" di Antenore, fondatore di Aquileia, diventi patrimonio Unesco!

21.11.2023

Una cordata di associazioni culturali rilancia oggi l'ipotesi "epica" per l'acropoli al centro del Friuli, rivelatasi il più grande tumulo artificiale d'Europa: non il podio del distruttore ma la tomba del mitico padre della metropoli aquileiese. Il prof. Travain: "Chi può essere stato sepolto là sotto se non un grande la cui memoria non doveva svanire del tutto?". La prof.ssa Capria D'Aronco: "Facciamo rete per promuovere Udine!".

Ventilandosi istanze di riconoscimento internazionale come patrimonio dell'Umanità per il maggior tumulo artificiale d'Europa, il Castello di Udine, il mondo culturale locale è in fermento per dire la sua. Formulata lo scorso anno, 2022, dal prof. Alberto Travain, a seguito della verificata artificialità del colle udinese e della sua retrodatazione di due millenni rispetto alla leggendaria attribuzione ad Attila, l'ipotesi suggestiva che l'"acropoli" cittadina – come definiva l'ex sindaco Honsell il celeberrimo "biel Cjiscjel" – possa essere proprio la "tomba" di Antenore, fondatore mitico di Aquileia, rimandante ad età protostoriche, si riaffaccia ora, fascinosa e lungimirante, sulla scena friulana, sostenuta da varia compagine associazionistica: dal Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico "Fogolâr Civic" a Fogolâr Politic "Europa Aquileiensis"; dal Club per l'Unesco di Udine al Circolo Universitario Friulano "Academie dal Friûl". Sulla stessa linea anche il presidente dell'Arengo udinese prof.ssa Renata Capria D'Aronco. Così si esprimeva il prof. Travain il 18 luglio 2022, 1570° compleanno convenzionale del leggendario Castello attilano di Udine: "Si dirà che questi 'furlani' stanno saccheggiando culturalmente il vicino Veneto. Prima la storia di Giulietta e Romeo, veronesi per finta, ma, in realtà, friulani per vicissitudine. Ora, vogliamo anche soffiare a Padova il mitico fondatore troiano di cui, da secoli, la città veneta millanta di custodire il corpo, appartenente invece ad un guerriero ungaro di duemila anni dopo? Il punto è che a quale eroe protostorico potrà mai riferirsi il colle di Udine, oggi riconosciuto come artificiale e come il più grande tumulo d'Europa ma ben più remoto del tempo di Attila cui lo riferiva antica e nota leggenda? Probabilmente non lo sapremo mai. Un mito antichissimo, fiorito nei secoli e nei millenni, ci riporta, però, suggestivamente, alla vicenda di un personaggio omerico celebrato davvero come Padre della Patria in Alto Adriatico, non solo come fondatore di Padova, ma anche della metropoli di Aquileia, capitale storica del Nordest italico e non soltanto. Osservatorio astronomico? Chissà. Una grande 'tombe' oppure un mausoleo, dedicato a un grande che non conosciamo o che magari abbiamo dimenticato? Può essere. Ed è suggestivo pensare che il colle e la sua leggenda di fondazione più famosa, rimandanti al distruttore di Aquileia oltreché primigenio promotore di Udine, possa riferirsi, al contrario, al padre della 'splendidissima' città del Natissa. Udine nulla ha capito, parrebbe, del senso di quei suoi affreschi medievali ornanti il suo primo municipio scomparso e dedicati alla Guerra di Troia… Nulla ha capito – almeno a livello di Istituzioni, di Cultura ufficiale – e ancor meno certo si è permessa di fantasticare, da un lato, e dall'altro di approfondire con rigore storico scientifico. Forse gli studi e le riflessioni del sottoscritto sono l'unico relitto di un naufragio culturale, identitario, profondo. Basta andare alla Pinacoteca del Castello di Udine, per godersi una didascalia – nuova di zecca – a scarno commento di quei dipinti. Del mito aquileiese di Antenore e della fondazione 'troiana' di Aquileia nulla si dice e ancor meno si accenna alle relative implicazioni udinesi. Nulla si indaga, nulla si sospetta, relativamente al valore politico propagandistico di una tale materia, addotta nella Storia come affermazione di autocefalia, di autonomia, indipendenza, pari dignità rispetto ai poteri insediati a Roma. Pericoloso? Ci 'marciammo' per millenni, sia in chiave politica che religiosa. Pericoloso. Pericoloso ed inadeguato alla mediocrità udinese e friulana del giorno d'oggi… Comunque, Padova stia tranquilla: si tenga pure la Tomba di Antenore. Se qui riuscissimo anche vagamente solo a far passare a livello di popolo un timoroso accenno a queste suggestioni, sarebbe già tanto e interesse comune!".  



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