Il Comune di Udine “fa finta” di celebrare il suo Patrono Civile

Strali dai fogolaristi di Travain sulle commemorazioni ufficiali del Patriarca Bertrando nel Consiglio comunale della cosiddetta Capitale del Friuli: "Nulla sulla decennale battaglia civica che portò alla sua proclamazione patronale laica e ancor meno sulla prospettiva socioculturale di una simile figura nel mondo di oggi!".
Il coordinatore dello storico movimento culturale civista udinese Fogolâr Civic / Fogolâr Politic "Europa Aquileiensis", prof. Alberto Travain, ha affidato a due estemporanee allocuzioni online, rispettivamente in friulano e italiano, il suo amaro commento riguardante le commemorazioni ufficiali in Consiglio comunale del Patrono Civile di Udine, Patriarca Bertrando, tenutesi il 12 giugno 2023, in qualche modo a ridosso della ricorrenza del suo assassinio, avvenuto il 6 giugno 1350. Presente tra il pubblico anche un'allibita rappresentanza fogolarista composta dalla commissaria politica prof.ssa Renata Capria D'Aronco, dall'intendente sig.ra Marisa Celotti nonché dalla sodale anziana sig.ra Milvia Cuttini. Quale il motivo di tanto dissenso? Il fatto che a parlare del Patrono Civile – come l'anno scorso, quando fu chiamo a tale funzione il prof. Angelo Floramo – siano invitati sempre studiosi ed intellettuali i quali, quand'anche di spessore e livello, non hanno vissuto né condiviso e nulla considerano la vicenda di civica mobilitazione, durata dieci anni, che ha portato, a Udine, nel 2001, il Consiglio comunale ad assegnare a Bertrando un simile ruolo nell'attualità. Invitata in Consiglio, la dott.ssa Beatrice Bertone, direttrice del Museo del Duomo, nota anche per aver dubitato erroneamente ma insistentemente dell'autenticità della celebre bandiera aquileiese-friulana associata al corredo funerario del Patriarca, ha ripercorso per grandi linee la biografia del personaggio contestualizzandolo nel suo specifico momento storico. Per quale motivo Bertrando sia "Patrono Civile" contemporaneo della città e ad quali orizzonti oggi si apra quel ruolo non è stato possibile sapere! Ecco il motivo dell'indignazione dei fogolaristi, che, nel 2001, guidati dal dott. Travain ed, in Consiglio, dalla dott.ssa Marisanta di Prampero de Carvalho, strapparono all'Assemblea municipale l'importante riconoscimento, teso a individuare una radice civica comune inclusiva, interculturale, che potesse offrirsi come simbolo aggregante locale delle tradizioni di cittadinanza e democrazia. Dov'è finito il Patriarca dell'Arengo, il Patriarca dei Quintieri, il Patriarca dei Borghi, il Patriarca della Partecipazione; il Patriarca delle Rose, il Patriarca dei Tigli? Dov'è finito il Bertrando odierno, il suo mito sociale contemporaneo, innestato nell'attualità più scottante di una cittadinanza locale e regionale ancora sottoposta a tante tirannidi e a tanti tiranni, talvolta persino con essi connivente? Questi gli interrogativi espressi e tra le righe delle critiche allocuzioni del prof. Travain. Udine si trova ad essere oggi l'unica città del mondo cattolico ad avere, dal 2001, anche un Patrono laico. Quale il senso profondo di tutto questo, in un Friuli da sempre fucina nonché terreno d'incontro e scontro d'idee politiche, civili e sociali? Il coordinatore fogolarista ritiene vergognosa questa latitanza del Comune di Udine di oggi e di ieri: ha 'salvato' soltanto l'ex assessore all'Istruzione prof.ssa Elisabetta Marioni, distintasi per particolare rispetto nei confronti dell'istanza civista e per effettiva volontà di sviluppo del piano identitario-valoriale coesivo ed inclusivo implicito nell'iniziativa del Patrono Civile. "Questa non può essere ignoranza dei fatti, degli avvenimenti, delle persone. Forse è pochezza di orizzonti o superbia. Facilmente trattasi di un oltraggio deliberato, cosciente, voluto, che il Comune di Udine da due anni perpetra ad immeritato scorno di una valorosa società civile che nel 2001 seppe dargli scacco sul grande tema dell'identità sfrondata da stantie e retrive retoriche localiste!": così, a margine, Travain.