Il Consiglio dell'Arengo udinese contro la bocciatura del Messale in friulano

Nobile ed acre nota civista all'indirizzo della Santa Sede, della CEI e dell'Arcidiocesi. Il cameraro arengario prof.ssa D'Aronco: "Non ci piegheremo a una prepotenza!". Il cancelliere popolare prof. Travain: "Un affronto che addirittura pare studiato allo scopo positivo di smuovere i friulani!".
Una dura "Nota di rammarico per la ricusa del Messale cattolico in lingua friulana", datata "Udine, 28 novembre 2023" e recante le firme rappresentative del cameraro presidente dell'Arengo udinese contemporaneo prof.ssa Renata Capria D'Aronco e del cancelliere assembleare prof. Alberto Travain, è stata inviata prontamente agli indirizzi del Pontefice della Chiesa Cattolica papa Francesco, del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana card. Matteo Maria Zuppi e dell'Arcivescovo di Udine mons. Andrea Bruno Mazzocato. Eccone il testo: "Santità, Eminenza, Eccellenza, il Consiglio dell'Arengo udinese, riunito il 23 novembre 2023 a Udine, a Palazzo Susanna, ha deliberato di rappresentare alla Loro attenzione fiera e indignata rimostranza per l'inaspettata ricusa del Messale in lingua friulana recentemente deliberata dalla Conferenza Episcopale Italiana, disconoscimento ed oltraggio eclatanti nei riguardi della leggendaria lingua di sintesi, mitica figlia di Giulio Cesare, al crocevia del continente Europa. Nella sua storia mai Udine accettò davvero di piegarsi alle prepotenze della Chiesa pur sorgendo, otto secoli or sono, a città proprio grazie ad un vescovo-conte e nella cornice di uno Stato ecclesiastico. Madre Aquileia, antica e gloriosa metropoli dell'area, seppe ribellarsi legittimamente alla Chiesa romana sin dallo Scisma dei Tre Capitoli, rimanendo vittima, dopo oltre un millennio, del Papato stesso quando la Santa Sede ne soppresse il celebre Patriarcato cedendo alle mene della politica. Spregiudicatezza e pochezza dell'attuale affronto sono servite a rinfocolare ora, per giusta reazione, orgoglio e sacrosante rivendicazioni delle genti friulane, quasi addirittura fossero mirate volutamente ad un simile scopo. Se questo era il fine, certo allora grazie. Con formale ossequio".