Il Rubicone ricordato a Udine, “Nuova Aquileia” cesariana

Celebrato, ai piedi del "Cjiscjel" o Rocca Giulia, il mito del padre del Friuli, trionfatore sulla tirannide di Roma patrizia. Iniziativa pluridecennale rinnovata dal Fogolâr Civic.
Mercoledì 10 gennaio 2024, a Udine, il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico "Fogolâr Civic" ha ricordato il passaggio del Rubicone e la marcia su Roma di Giulio Cesare, padre del Friuli, nel 2073° anniversario. Incontro per foto commemorativa, quindi, alla scala della Loggia del Lionello su Mercatovecchio, luogo della memoria del tribunato della plebe friulana rinascimentale che rinnovò nell'Europa moderna i principi di quello romano antico patrocinato dal 'Divo Giulio'. "Padre eponimo del Friuli ma anche del Friuli Venezia Giulia, unica regione al mondo a portarne, quasi ignara, il nome. Fondatore mitico di una Friulanità culturale e linguistica crocevia e compendio dell'Europa intera. Matrice di un modulo di comunità sorta dall'incontro tra genti diverse attorno a un mercato: quel Forum Iulii cividalese il cui concetto torna anche nell'etimo di Tergeste/Trieste e alle fonti della città mercantile di Udine. Massimo leader filopopolare vittorioso della Storia antica, eccezionale nella sua intenzione di non perseguitare gli avversari politici. Ecco perché questo nostro piccolo movimento civico culturale udinese, friulano ed alpino-adriatico che chiamiamo Fogolâr Civic dal 2001 celebra Cesare come plurimo Padre della Patria. Concesse ai popoli sottomessi della Cisalpina, oggi Nord Italia, la parificazione con Roma premiandoli per la fedeltà dimostratagli. I primi 'Friulani' o 'Foroiulienses' propriamente detti furono subito cittadini romani. Da decenni ormai, pur molto isolati ed anche osteggiati nel panorama non troppo fiorente e nemmeno aperto dell'identitarismo friulano, noi fogolaristi udinesi eleggiamo questa scala d'onore della nostra Loggia municipale che vide gli esordi della Contadinanza ossia del tribunato della plebe friulana rinascimentale, straordinaria eco di quella romana patrocinata da Giulio Cesare, come luogo simbolo locale e regionale di riscatto storico di una cittadinanza da considerarsi universalmente. L'avevamo eletta a 'Speakers' Corner' sul modello dell'Hyde Park londinese… quando ancora credevamo e speravamo si scalfire l'abulia della nostra gente. E siamo qui ogni anno, nell'anniversario del Rubicone ovvero della sfida del 'Padre Giulio' alla tirannide repubblicana dei patrizi dell'antica Roma, sfruttatori ed affamatori del proprio popolo, semplicemente per testimoniare che non l'abbiamo dimenticato e che quella bandiera con l'aquila giovia e lo sfondo purpureo che si vede ovunque nel nostro Friuli ricorda nei simboli e nei colori quel 'Cesar Juli' – 'dite par furlan' – che 2073 anni or sono guidò anche gli antenati degli odierni friulani, dei padani – allora Galli Cisalpini – ma anche degli austriaci – gli alleati norici – contro i potenti di una falsa repubblica SPqR dominata da un Senato nemico del Popolo!". Così ha parlato il coordinatore del Fogolâr Civic, prof. Alberto Travain, da decenni promotore convinto di un rinnovato mito sociale di Giulio Cesare, chiaramente al netto delle immancabili sue nefandezze. Travain ha ricordato anche l'importante ruolo in questa direzione avuto dal saggio "The Assassination of Julius Caesar: A People's History of Ancient Rome", del 2003, a firma del politologo statunitense Michael Parenti, cortesissimo interlocutore dei fogolaristi. Apprezzato, poi, l'intervento del Presidente della Commissione comunale Statuto, consigliere dott. Stefano Salmè, che ha ripreso il tema della tradizione romana di Udine, innanzitutto citando l'umanista Giuseppe Sporeno, anello di una catena d'illustri sostenitori delle radici latine della località. "Non è pensabile che il genio strategico di Giulio Cesare abbia dimenticato il colle di Udine, in mezzo alla pianura tra Aquileia e le Alpi!" ha rilevato argutamente l'amministratore cittadino. Da decenni Fogolâr Civic, non a caso, rievoca, a Udine, il mito locale della Rocca Giulia, promosso nel Cinquecento dallo storico Giovanni Candido ma documentato già in pieno Medioevo da Ottone di Frisinga. "La plurisecolare ricerca di una matrice romana per Udine, anche se non esclusiva, non è 'sudizion', bovarismo suddito, provinciale, ma caccia a quel dato di partecipazione locale alla vicenda intercontinentale, cosmopolita, della Romanità, paradigma storico che maggiormente interpella il mondo globalizzato di oggi. Si arrivò persino, in queste contrade, a ventilare una parità con Roma attraverso consanguineità troiana – vedi il caso di Antenore di cui il colle artificiale udinese, su nostra ipotesi, sarebbe la tomba – pur di partecipare senza genuflettersi della grandezza dell'Urbe tiberina!" ha rimarcato infine Travain, attorniato dal cameraro presidente dell'Arengo cittadino prof.ssa Renata Capria D'Aronco, dal procuratore arengario dott.ssa Maria Luisa Ranzato, dai consiglieri popolari rionali ins. Manuela Bondio, sig.ra Marisa Celotti, sig.ra Renata Marcuzzi e sig.ra Paola Taglialegne nonché dal deputato civico all'identità sig. Pietro Maria Crestan e dal civista cividalese sig. Silvano Magnan. Così, la "Nuova Aquileia" udinese ha spontaneamente ricordato un momento centrale nella storia di quell'orbe euromediterraneo che per tanti secoli fu orizzonte comune di civiltà.