Iniziativa fogolarista di Ferragosto ha rinnovato il ricordo del mitico Palio udinese

15.08.2023

Dieci miniature di cavalieri della nobiltà cittadina in corsa lungo l'anello della Fontana di Mercatonuovo, abbinati ad altrettanti esponenti del civismo culturale locale. Vince il poeta Enea Colautto, con corsiero bianco recante le insegne della casata Gorgo, di Borgo Poscolle.

In una città assolutamente priva di eventi identitari a caratterizzarla, al di là della tradizione, ancora per qualcuno, della Santa Messa alle Grazie, il Ferragosto udinese è scivolato via, tra i molti turisti e i pochi locali aperti. Una città niente affatto "morta": soltanto banale. Bella ma banale. Senza passione. Senza fantasia. A questo ovviamente non può assuefarsi il battagliero Fogolâr Civic, sodalizio locale da sempre dedito a ripensare e a rivitalizzare antiche tradizioni in grado di ridonare o di far rivivere lo spirito passato. Ecco allora una civica iniziativa privata a ricordo del Palio storico udinese di agosto, nell'ottavo centenario della Città. Presso la Fontana del "Ricamadôr", in Piazza Matteotti o San Giacomo, a Udine, nel Mercatonuovo, alle ore 19, lungo l'anello della vasca lapidea, martedì 15 agosto 2023, si è dipanata una gara estenuante ed appassionante, durata quasi due ore, tra modellini di colorati cavalieri settecenteschi delle antiche casate locali associati ad altrettanti concorrenti tratti dal più attivo civismo cittadino. Una sorta di gioco dell'oca con qualche variante e l'eccezionale sfondo di una delle piazze-salotto della Udine di oggi. Si è corso così, quindi, il primo "Palio della Fontana", in mezzo capannelli di bimbi e genitori curiosi. Dieci concorrenti, come al Palio di Siena, ha fatto notare la dott.ssa Laura Cozzi, figura storica della compagine dell'indimenticato Paliodonna. In effetti, quando al prof. Alberto Travain, leader del Fogolâr Civic, è balenata l'idea di riproporre, sostanzialmente tra amici, una gara rievocante il Palio agostano di Udine proprio nella sera di Ferragosto, mai avrebbe pensato ad un'adesione simile. Raccolte le adesioni, in pochi giorni, Travain ha provveduto personalmente a realizzare i modellini raffiguranti i cavalieri delle casate prescelte dai concorrenti, per predilezione o per pertinenza territoriale. Vincitore del Palio, il poeta udinese sig. Enea Colautto, rappresentato da cavallo bianco e cavaliere ostentante lo stemma dei nobili Gorgo, di Borgo Poscolle. Al secondo posto – la "civuite" o il "çus" della tradizione udinese –, la summenzionata dott.ssa Cozzi, con corsiero bianco montato da donzello recante il blasone di Casa Manin. Terza classificata, la sig.ra Marisa Celotti, consigliera dell'Arengo udinese per il quintiere di Aquileia, con morello cavalcato da valletto riferito al casato Arcoloniani. Al quarto posto, la vicepresidente del Club per l'Unesco di Udine, sig.ra Cristina Marzin, con baio inforcato da cavaliere allegorico di Casa Valentinis. Al quinto, lo stallone bianco montato da paggio con l'arma Antonini, in capo al procuratore arengario dott.ssa Maria Luisa Ranzato. Al sesto posto, la consigliera dell'Arengo per l'odierno quintiere di Gemona, maestra Manuela Bondio, con esemplare grigio cavalcato da fantino sfoggiante il simbolo araldico dei nobili di Polcenigo. Al settimo, un altro grigio, con le insegne di Casa di Montegnacco, retto dall'animatore sociale sig. Eugenio Pidutti. All'ottavo, un morello per la casata Ottelio, affidato alla decana fogolarista sig.ra Milvia Cuttini. Al nono posto, la presidente dell'Arengo cittadino oltreché del Club per l'Unesco di Udine, prof.ssa Renata Capria D'Aronco, associata a cavallo grigio intitolato ai nobili di Maniago. Ultimo – la "purcite" detto in gergo paliesco udinese – proprio l'ideatore e organizzatore di questo Palio allegorico ovvero il prof. Alberto Travain, presidente del Fogolâr Civic e dell'Academie dal Friûl oltreché cancelliere arengario, in campo con un baio recante l'emblema Savorgnan. Scandita dall'incalzante lancio dei dadi a indicare la misura dell'avanzarsi dei corsieri, la simbolica ma animata corsa – in gran parte dominata dalla carriera del cavallo intitolato ai Conti di Polcenigo, superato solamente alla fine dai cinque cavalieri Gorgo, Manin, Arcoloniani, Valentinis e Antonini – si è sviluppata, tra assalti, stacchi e rimonte, sino alla meta, indicata, sulla fontana, da stringa rossa sotto l'effige leonina scrutante in direzione dello storico "Anel dal Pali" di Casa Sabbadini, in Mercatovecchio, dove nei secoli approdava il Palio udinese "alla lunga" ossia rettilineo, prima di trasferirsi, a fine Settecento, sulla pista tonda del Giardin Grande. Sempre riprendendo la tradizione, secondo la quale, a gara conclusa, i concorrenti dovevano sfilare per la città in ordine di arrivo, l'allegra comitiva del Palio a pedine si è infine portata, nello stesso ordine, presso l'antico traguardo di corsa per la foto di rito. Ma dove sta il senso di tutto questo, oltreché nel sano divertimento sociale ferragostano d'iniziativa davvero spontanea ed estemporanea? "Oltre alla nostalgia dell'evento collettivo coinvolgente, che manca in simili scadenze, vi è senz'altro l'orgoglio di un 'di bessôi" civico, autonomo e autarchico rispetto al Comune, in questo caso assente. Alla base, poi, un principio od un vezzo di ricerca di radici appassionanti nella storia di popolo!": così Travain, sconfitto nella gara ma soddisfatto per averla riproposta in tali forme con tanta adesione. "Dieci sfidanti nella serata di Ferragosto è un omaggio di cuore alla Città ottocentenaria e alle sue tradizioni!".  



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