Irriducibili come le Oche del Campidoglio

24.07.2023

L'Arengo udinese non si arrende a chiusure politiche ed ignavia civica. La deputazioni popolari riunite in Corte Savorgnan per studiare un rilancio ed un salto di qualità della partecipazione dei cittadini nella Capitale del Friuli Storico.

"El xe de 'ndar avanti, che molar el xe come dir de lasarse misturar coi ochi!" ha rimarcato con veemenza l'uditrice del Fogolâr Civic sig.ra Paola Taglialegne, intervenuta alla riunione delle deputazioni dell'Arengo udinese, assemblea popolare della Capitale del Friuli Storico, riunione svoltasi il 24 luglio 2023, a Udine, in Corte Savorgnan, presso il Caffè Hell's Bistrot, ed avente per tema una valutazione del da farsi di fronte alla scarsa ricettività della politica locale in ordine alle istanze del Cittadino oltreché davanti alla non trabordante rivendicazione partecipativa della cittadinanza stessa. "Compagn des Ocjis Capitolinis o vin di sei: stâ in vuaite nô par sveâ chei che a duarmin se nus assaltin o ben se nus pestin i nestri dirits e interès citadins!" ha, dunque, sbottato la consigliera arengaria del quintiere udinese di Aquileia sig.ra Marisa Celotti, azzardando suggestivo paragone storico tra il ruolo delle celebri Oche del Campidoglio che avrebbero chiamato gli antichi Romani alla difesa contro i Barbari e quello dell'odierno Arengo udinese costituente baluardo e presidio di democrazia partecipata in un'epoca e in una parte di mondo in cui certi valori, tanto strombazzati, nella pratica paiono negletti. La riunione, presieduta dal "camerarius" dell'Assemblea arengaria prof.ssa Renata Capria D'Aronco, ha registrato un corposo intervento del "cancellarius" prof. Alberto Travain, il quale ha distintamente denunciato le dinamiche anti-popolari di una politica non solo locale tesa a diffusione ed incremento di un senso alienante d'impotenza della cittadinanza di fronte a chi regge le Istituzioni, senso pericolosamente delegittimante l'iniziativa civica ed annullante sempre più spesso la speranza di un'interlocuzione costruttiva tra Popolo e Palazzo: "Si mira a screditare un'Assemblea popolare autoconvocata come l'Arengo semplicemente attraverso il mezzo dell'oblio delle istanze di cui si fa carico, delegittimandone così ed annullandone la funzione di tramite partecipativo. E ci si meraviglia che, poi, la gente si disinnamora della politica, della gestione della cosa pubblica e delle Istituzioni stesse? Ci si meraviglia davvero del fatto che sempre più cittadini non vanno a votare? Se la considerazione dell'Arengo udinese riformato presso la cittadinanza locale minacciasse di sfumare proprio causa mancata considerazione da parte del Comune delle istanze avanzate tramite l'Assemblea dovremmo pensare allora ad altre strade o ad altre forme per continuare a promuovere la cultura e la pratica della partecipazione popolare a Udine. In Arengo si parli di ciò che in Comune non viene affrontato: dei massimi sistemi, dei grandi problemi dell'Umanità e del mondo di oggi su cui moralmente, idealmente, il popolo della città di Udine, crocevia del Friuli e d'Europa, volesse esprimere posizione collegiale propria. L'Arengo di un tempo, quello medievale, discuteva di guerra e di pace, quasi Udine fosse uno Stato sovrano. In altri termini, facciamolo anche oggi: diamo alla nostra cittadinanza ovvero alla sua parte più motivata e mobilitata occasione di esprimersi, di discutere e di deliberare posizioni morali su ogni argomento di rilevante interesse pubblico e sociale. Al Comune si lascino pure rotonde, lapidi, marciapiedi, tombini e fontanelle!". Sulla stessa lunghezza d'onda l'intervento della consigliera arengaria del quintiere udinese di Gemona, maestra Manuela Bondio. Il "procurator" ovvero garante dell'Arengo cittadino, dott.ssa Maria Luisa Ranzato, ha rivangato in termini autocritici le vicissitudini delle deputazioni elette dall'Assemblea civica a curare un utile inoltro, presso l'Amministrazione locale, delle istanze deliberate. Assenti giustificati quattro consiglieri di quintiere: sig. Alfredo Maria Barbagallo, sig. Giuseppe Capoluongo, sig. Daniele Salerno e sig.ra Marie Christine Termine. È risultato, inoltre, assente il procuratore arengario sig. Renato Placereani. Il cancelliere prof. Travain ha ringraziato, infine, per la collaborazione prestata nel campo della comunicazione istituzionale dal cittadino dott. Carlo Alberto Lenoci, ricordando come sia stata avviata in questi mesi un'apposita pagina Facebook intitolata "Arengum Utini" (https://www.facebook.com/ArengumUtini) e formante sorta di Gazzetta Ufficiale online dell'Assemblea popolare spontanea della città di Udine. Ha tirato le somme della riunione il "camerarius" prof.ssa D'Aronco, recependo le varie istanze di civica resilienza ma anche di innovazione nella proposta dello strumento arengario. Insomma, l'Arengo udinese non si arrende alle chiusure della politica e all'ignavia di tanto popolo. Ci si prepara già per settembre, quando, nella data ovvero a ridosso di San Michele Arcangelo ossia il 29 del mese, l'Assemblea popolare vuolsi fondata dal Patriarca Bertrando dovrebbe riunirsi per la settima volta dopo la sua rifondazione in Epoca contemporanea. 



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