"La sala del Trattato di Campoformio va valorizzata come luogo identitario!"

19.06.2024

Lo scrive il leader del movimento euroregionalista del Fogolâr Civic alle Autorità regionali del Friuli Venezia Giulia. Secondo il prof. Travain, molto contrariato dopo una recente visita a Villa Manin, quella stanza non può essere un'anonima aula video ma "luogo solenne per l'identità di questa nostra Regione bifronte al crocevia d'Europa.

"Pregiatissimi, non me ne vorranno se scrivo a una pluralità di destinatari di varia natura: non è per mancanza di considerazione di ciascun soggetto ma per le molteplici competenze che con la presente vado a sollecitare: da quelle culturali a quelle amministrative, politiche ed economiche. Non sarò a tediarLi con le molteplici e contrastanti letture possibili di ciò che fu e può rappresentare ancor oggi lo storico Trattato di Campoformio, ma mia recentissima visita alla Villa Manin di Passariano mi spinge a formulare al Loro indirizzo il caloroso auspicio che la saletta in cui fu firmato il celebre accordo possa davvero essere promossa a qualcosa di più di anonima aula video. Se, oltre alla struttura, nulla più dell'epoca del trattato essa custodisce, quanto meno si valorizzi il luogo con quell'alone di ufficialità che meriterebbe. Ecco la cultura ma legittimamente anche la politica! In fin dei conti, che cosa ci vuole per collocarvi simbolicamente un adeguato tavolo e due bandiere? Fors'anche un tavolo contemporaneo, a testimonianza della poliedrica attualità di significato di quella pace del 17 ottobre 1797! Fu allora che Napoleone iniziò a ridisegnare la carta del nostro Continente avviandone la seconda sua pur parziale unificazione dopo Carlo Magno… Sacralizzare laicamente il luogo che, grazie a una firma, vide di nuovo sotto la stessa bandiera i popoli dell'area Alpe-Adria, divisi per secoli da un confine internazionale austro-veneto il cui risultato è, nel bene e nel male, questa nostra odierna regione bifronte sebbene matrice 'euroregionale' dai tempi migliori di Madre Aquileia: una delle varie letture possibili e utili ai nostri presente e futuro, in omaggio a un passato che sembra vanamente parlare a chi non sa o non vuole ascoltare. Un appassionato invito ad Autorità ed Enti competenti di questa nostra Regione Friuli Venezia Giulia, che ha in carico la storica Villa Manin e certamente la sua promozione, a voler corrispondere a sincere istanze di considerazione e valorizzazione di quella sala, così peculiarmente centrale nella storia regionale ed internazionale… Non si tratterebbe solo di turismo ma di coscienza e d'identità di un rinnovato quadrivio d'Europa. L'alternativa è la banalità…". Il 19 giugno 2024, il prof. Alberto Travain, coordinatore del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico "Fogolâr Civic", ha scritto quanto riportato al Presidente della Regione dott. Massimiliano Fedriga, agli Assessori alla Cultura e al Turismo, rispettivamente avv. Mario Anzil e sig. Sergio Emidio Bini, nonché al Direttore dell'ERPAC con sede a Villa Manin, dott. Guido Comis, "nella speranza di un buon riscontro". E la speranza è l'ultima a morire...



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