"Noi non siamo Friuli Doc!" Il Compleanno della Città festeggiato a Udine autonomamente dai cittadini nel bel mezzo della nota kermesse enogastronomica settembrina

"Udine è una fiamma che ancora non si spegne perché ci siamo noi che la teniamo accesa!". Parole orgogliose quelle del prof. Alberto Travain, primo promotore delle celebrazioni popolari spontanee del Compleanno della Città di Udine, fondata come borgo privilegiato 801 anni or sono. Buon successo dei festeggiamenti 2024 organizzati da un manipolo di associazioni capitanate dal Fogolâr Civic con il patrocinio dell'Arengo udinese.
Una prova del nove per lo sparuto libero civismo, per il rarissimo volontariato culturale gratuito eppure altamente qualificato, teso a favore della promozione dell'identità storica cittadina. E prova del nove della coscienza civica degli udinesi, dei loro Amministratori, dei loro giornali. Insomma, quando un manipolo di cittadini salva - in termini di coscienza storica - la faccia davvero a un'intera città, fredda, ignara o dimentica del proprio passato fondamentale... Questo è stata la 24^ edizione dei festeggiamenti d'iniziativa popolare del Compleanno della Città di Udine, giunta ai "801 carnevâi".


Programma nutritissimo. Già in mattinata, alle ore 11, in Piazza XX Settembre ovvero dei "Grans" una dedica "ai citadins soferents e a cui che ju socor", ai cittadini sofferenti e a chi li soccorre oltreché "ai fustigatori e alle vittime di malasanità e affarismo sulla pelle del popolo" era stata deposta "al pozzo dell'antico Ospedale di Santa Maria della Misericordia". Un momento d'intesa emozione e di particolare pregnanza cui hanno preso parte le massime rappresentanze dell'Arengo democratico udinese: il cameraro prof.ssa Renata Capria D'Aronco, il procuratore prof.ssa Elisabetta Marioni, i consiglieri popolari rionali ins. Manuela Bondio, sig.ra Marisa Celotti, sig.ra Renata Marcuzzi, oltre alla decana del Fogolâr Civic, sig.ra Milvia Cuttini. A presiedere alla cerimonia, ideata nel 2017, il prof. Alberto Travain, primo promotore delle celebrazioni del genetliaco urbano, coordinatore fogolarista, oltreché cancelliere arengario e conservatore di "Borgo Stazione" per conto dell'Arengo stesso, storico presidente "Academie dal Friûl" nonché delegato a Formazione Civica, Cittadinanza Attiva e Identità Aquileiese del Club per l'Unesco di Udine. "O tachìn chestis fiestis di popul pe nestre sitât - ha detto Travain, in stretto friulano del Centro Storico, il cosiddetto "sitadin" o "sicât" - ricuardant duç i sitadins nestris che e son soferents, onorant cui che ur da une man e blestemant cui che ju bandone o magari ju dopre cuissà a ce pro! E no vin smenteadis lis divisions e lis persecusions cul scusant de salût che ance cheste Republiche e à imponût ae int!". Profondi anche i temi e le riflessioni proposti dai convenuti. Indirizzi di saluto erano pervenuti già di primo mattino dal procuratore arengario dott.ssa Maria Luisa Ranzato e dalla nota civista friulana sig.ra Franca Mattiussi.


Nel pomeriggio, alle ore 17, in Piazza Matteotti ovvero "Sant Jacum", presso la Galleria Italian Secret, già ottocentesco Caffè "Al Friuli" ancor oggi ridotto d'intellettuali ed artisti, si è svolta, alla presenza del titolare arch. Michael Pasut, l'effettiva inaugurazione delle celebrazioni e la ricognizione delle rappresentanze con conferimento fogolarista al Presidente dell'Arengo udinese del prototipo di "scraçule civiche" (raganella civista), proposta a "simbolo di libera espressione poiché storicamente unico strumento ammesso a suonare in tempo di divieto oltreché rimando alle rane ossia ai 'crots', allegoria scherzosa dei cittadini di una proverbiale 'città delle rogge'" quale senz'altro è la città di Udine. Una colorata, variopinta accolta di cittadini si è lì radunata per gli ultimi ragguagli organizzativi inerenti all'imminente corteo culturale chiamato ad affrontare ed a frangere le folle della concomitante grande "sagra" enogastronomica di Friuli Doc.



Ecco che alle ore 17:30, presso la Fontana di Giovanni da Udine o del "Ricamadôr" in Mercatonuovo, ritrovo e simbolo contemporaneo della cultura civista udinese, il prof. Travain ha sfoderato, come già dal 2013, un martello ed un tappo a corona per il "conio simbolico di moneta della tradizione cittadina giovanile ('tapon') omaggio faceto alla vocazione commerciale urbana oltreché al principio di sovranità locale, già riconosciuto dal Patriarca Bertoldo", "moneta" lanciata poi, con valore benaugurale, sullo Stendardo dell'Arengo udinese retto da quattro figuranti storici del Gruppo di Borgo Pracchiuso. E al fantasmagorico gracidare delle "scraçulis", il "corteo civico culturale spontaneo" si è dunque mosso da Piazza Matteotti attraversando, tra due ali popolo incuriosito, plaudente, accogliente, le vie Lionello e Cavour, piazza Libertà, via Mercatovecchio. Ad aprire il corteggio lo Stendardo arengario seguito dalle magistrature e dalle deputazioni contemporanee in fascia civica locale. Dietro, "le bandiere commemorative degli antichi Quintieri della città, esempi di vere democrazia e partecipazione riesumati da un passato comunale in quel campo infinitamente più ricco del presente". E poi ancora i vessilli delle associazioni promotrici, preceduti dal Palio fogolarista.



Prima tappa: la "segnatura arengaria dell''umbilicus urbis'", fronte Arco della Musica, al trivio Cavour-Lionello-Savorgnana, cuore geometrico rinascimentale della città, derivato dalla riforma radiale dei quartieri della difesa civica, suggerita dal duca urbinate Guidobaldo II della Rovere. Con lo stesso gesso utilizzato nel 2008 dal primo cittadino prof. Furio Honsell e nel 2023, per gli otto secoli urbani, dal sindaco della città-madre di Aquileia sig. Emanuele Zorino, la prof.ssa Capria D'Aronco, presidente dell'Arengo riformato oltreché del Club per l'Unesco di Udine, ha quindi tracciato a terra un segno di croce, ricordando il punto altamente simbolico d'intersezione, articolazione ma anche convergenza delle molteplicità che costituiscono - oggi come ieri auspicabilmente - l'Udinesità, mentre il prof. Travain ha illustrato, a bandiere schierate, i momenti salienti della resistenza europea contro i Turchi, dato identitario continentale, che proprio nel 1571, nell'anno di Lepanto, portarono Udine a rinnovare, a maggiormente razionalizzare, la sua organizzazione difensiva affidata al generoso spirito del suo popolo. Una storia di coesione e solidarietà contro la minaccia di un grande nemico incombente, già duramente combattuto e vinto un secolo prima dalle armi cittadine.


Seconda tappa: deposizione floreale presso la statua di "Florean dal Palaç" in Piazza Libertà, trofeo civista contro la prepotenza feudale tratto dall'antico Palazzo Torriani e divenuto "Pasquino" locale, simulacro "parlante" e testata politica ottocentesca stracittadina completamente in lingua friulana. A quell'Ercole udinese, che arcigno guarda il Palazzo comunale della Loggia e che fu il primo monumento storicamente al centro delle celebrazioni popolari spontanee del compleanno urbano, il corteo ha tributato - in mezzo all'assordante musica di Friuli Doc - una sonora e sincera "scraçulade": a "Florean", il cittadino critico, "che no si lasse meti sot i pîts dai sorestants"!



Terza tappa: la "tamburade" per l'801° Compleanno della Città, presso la "Scjale di Marcjât Vieri", antico accesso alla loggia comunale, memore degli esordi rinascimentali del controparlamento della Contadinanza, già nel 2006 proposto "Speakers' Corner" contemporaneo dai fogolaristi udinesi, modello Hyde Park londinese. "Noi non siamo Friuli Doc ma liberi cittadini amanti della Storia che spontaneamente festeggiano il compleanno della loro città ovvero la radice delle ragioni del loro essere comunità urbana. Spontaneamente, di loro iniziativa ed a proprie spese: un esempio più unico che raro; una lezione di civismo vero, non prezzolato, che si ripete dal 2001. Una mano tesa nei confronti di un Comune da tempo freddo sulle tematiche dell'identità cittadina locale. Una mano tesa, quindi, critica, delusa, ma sempre tesa alla costruzione, alla persuasione, alla condivisione. Non vorremo che il Comune scippasse un domani ai cittadini una manifestazione che deve rimanere innanzitutto un atto d'affetto spontaneo nei confronti della città ma gradiremmo vederlo orgoglioso condividere, partecipare, esserci convintamente. Gradiremmo vederlo supportare non sopportare l'iniziativa. E dov'è l'associazionismo che pretende di rappresentare i quartieri cittadini nei cosiddetti Consigli partecipati? Non dovrebbe essere questa l'occasione per ritrovarci tutti insieme nell'amore pur vario per Udine? Viva noi che siamo qui a testimoniare che Udine è una fiamma che ancora non si spegne. E non si spegne grazie a noi, che la teniamo accesa!". Questi i contenuti della breve ed accorata orazione tenuta dal prof. Travain alla balaustra della scala civica. Incuriosito e annuente il pubblico che gremiva quel tratto di Mercatovecchio. Dopo il prof. Travain, è stata la volta degli interventi del cameraro arengario prof.ssa Capria D'Aronco e del procuratore civico prof.ssa Marioni.



Quarta tappa: alla Cappella della Pietà, in Via Mercatovecchio, con deposizione floreale nel ricordo del Patriarca Bertoldo, "padre della patria cittadina". Bandiere inchinate. "Scraçulade" d'onore. Travain ha ricordato come il principe-vescovo abbia la sua tomba ad Aquileia all'ingresso della basilica, nel luogo stesso in cui inciampò e cadde il giorno stesso del suo insediamento ed ha rimarcato come l'anno scorso, per gli otto secoli della città, l'Arengo udinese abbia consegnato al Sindaco di Aquileia un cuore artistico con lo scaglione araldico di Udine, realizzato dal procurato arengario dott.ssa Ranzato, proprio affinché, quale gesto d'affetto degli udinesi, lo deponesse su quel sepolcro.



Il corteo, dopo aver attraversato Via Sarpi, è giunto in Piazza Matteotti, di fronte alla chiesa di San Giacomo, dove si è tenuto l'"omaggio popolare alla memoria del benemerito patriarca Marino Grimani nel quinto centenario della sua concessione a Udine del titolo di 'Nuova Aquileia', in faccia a quel pergolo dal quale avrebbe salutato e benedetto gli udinesi al suo ingresso in città lasciando alla stessa in dono il suo cavallo, poi assunto tra i simboli municipali". Dopo i cenni storici a cura del prof. Travain, scopritore ora del mistero del Cavallo di Udine, lo Stendardo civico popolare si è levato in aria e bandiere e vessilli hanno chinato il capo alla memoria del presule che, vistosi negato per ragioni politiche l'ingresso ad Aquileia, s'insediò a Udine dichiarandola metropoli del suo Patriarcato internazionale.



È stata poi la volta degli indirizzi di saluto istituzionali. Per il Sindaco ma senza fascia e Gonfalone civico, come invece vecchia usanza invitava, è intervenuta la consigliera municipale dott.ssa Stefania Garlatti-Costa, delegata all'Identità Friulana e al Plurilinguismo, la quale ha portato i saluti di rito, meravigliandosi positivamente del successo di un siffatto evento nel bel mezzo della calca di Friuli Doc. Mormorii tra il pubblico e gli organizzatori sull'evidente disimpegno del Comune come collaboratore convinto e mobilitato a favore dell'iniziativa civica. All'Amministrazione si era, infatti, chiesto d'inviare per lo meno il Vessillo comunale – come già più volte in ventiquattro edizioni – e si erano esplicitamente invitati il Primo Cittadino e la consigliera delegata al friulano, sollecitata a voler rilanciare l'inno cittadino "O ce biel cjiscjel a Udin", appunto in "marilenghe", anche partecipando con banda o coro alle celebrazioni popolari in programma. Nessuna, invece, collaborazione. Programmi distinti ed inconciliati. Il prof. Travain ha poi letto la calorosa nota inviata al suo indirizzo dall'ex sindaco di Udine prof. Honsell, ora consigliere regionale pordenonese: "Caro Presidente, porgo a Lei e a tutto il Fogolâr Civic i miei auguri in occasione dell'801° Compleanno della Città di Udine. Avrei voluto essere presente anche per ascoltare le parole sempre significative che Lei pronuncia in queste occasioni. Purtroppo sarò fino a tardi questa sera a Pordenone, che, come saprà, è la mia circoscrizione, in questa tornata. Auspico che la Sua manifestazione abbia il successo che merita per risvegliare la coscienza storica degli udinesi. Le assicuro il mio appoggio". Applausi tra gli affezionati all'evento, memori della ricorrente presenza di quel sindaco alle celebrazioni urbane insieme al Civico Gonfalone. Una nota di apprezzamento è pervenuta anche dal sindaco di "Madre" Aquileia, sig. Emanuele Zorino, il quale ha scritto al prof. Travain parole di gran condivisione culturale: "sposo il tuo modo di valorizzare l'eredità!".


È seguito il "dono di bandiera da combattimento dei Quintieri medievali udinesi dal parte del Fogolâr Civic al Gruppo Storico Borgo Pracchiuso", bandiera realizzata dalla costumista sig.ra Bruna Bassi, amica storica dei fogolaristi, su modello tratto dagli studi ottocenteschi di Vincenzo Joppi e riproposto nel 1998 dall'ago e dal filo dell'ultima delle sarte "pasquottine" udinesi, la compianta sig.ra Mirella Valzacchi, apprezzata decana del Fogolâr Civic e madre del prof. Travain, il quale, certo, non senza commozione, ha tenuto la breve orazione di dedica: "Noi vi consegnano davvero una sintesi della grande storia di Udine medievale, democrazia articolata e coesa, pronta ad accogliere ma anche a difendersi contro ogni nemico. E ancor più chiaramente: vi consegniamo un pezzo del nostro cuore!". Viva gratitudine per dono e gesto è stata espressa dalla vicepresidente dell'apprezzato gruppo cittadino in costume medievale, sig.ra Patrizia Petrone, che ha ricevuto il vessillo bianconero profilato di rosso dalle mani dello stesso prof. Travain, che ha ricordato l'appartenenza trecentesca di Pracchiuso al quintiere "archetipo" di Mercatovecchio per in seguito assumere dignità circoscrizionale propria.



A seguire, "annuncio di convocazione del 9° Arengo Contemporaneo del Popolo Udinese (27 settembre 2024), con deposizione floreale al pozzo 'Lanterna di Diogene' in ossequio a Udine 'Atene del Friuli'", tradizione avviata nel 2015 per rievocare il mito civico locale di capitale storica della partecipazione democratica in ambito friulano. Ha preso quindi la parola il cameraro arengario prof.ssa Capria D'Aronco: "Popolo di Udine! La magistratura
civica eletta dall'assemblea storica popolare udinese attraverso la quale,
nel Medioevo, i cittadini partecipavano direttamente alla gestione
della cosa pubblica, istituzione, secondo
leggenda, fondata nel 1340 dal patriarca aquileiese Bertrando, oggi
Patrono Civile urbano, abolita nel 1513
dalla Serenissima e risorta nel 2015 per iniziativa associazionistica promossa dal Fogolâr
Civic, invita la cittadinanza del
Comune di Udine iscritta nelle liste
elettorali locali, esclusi coloro che ricoprono cariche istituzionali
d'elezione o nomina politica, a convenire in
rinnovato Arengo che, attualizzando
l'antico costume, si riunirà sotto la
ricorrenza di San Michele Arcangelo, venerdì 27
settembre 2024 nella Sala del
Consiglio di Palazzo Garzolini di Toppo Wassermann in Via Gemona 92 a
Udine, prestigiosa sede
della Scuola Superiore dell'Ateneo friulano, osservando gli orari
che si diffonderanno. Se volete contare
come cittadini, partecipate: intervenite
personalmente od a mezzo delega al 9° Arengo
Contemporaneo del Popolo Udinese! Viva la città di
Udine! Evviva il suo popolo
sovrano!". Poi il magistrato dell'Arengo, nelle persone del cameraro prof.ssa D'Aronco, del procuratore prof.ssa Marioni, dei consiglieri sig.ra Celotti, sig.ra Marcuzzi e sig.ra Paola Taglialegne, insieme al deputato all'Identità sig. Pietro Maria Crestan, ha deposto un mazzo di cinque rose, come i Quintieri del Comune storico democratico, presso il monumento evocante l'antica metropoli greca della democrazia europea.



Vi è stata quindi la rassegna delle rappresentative dei Quintieri storici di Mercatovecchio, Mercatonuovo, Aquileia, Gemona e Grazzano, rappresentative costituite da dame allegoriche di Borgo Pracchiuso, recanti ciascuna bandiera rionale commemorativa in uso nel Fogolâr Civic e simbolica rosa, associata, quest'anno, a un mazzetto campestre formato con erbe raccolte sul campo della storica battaglia di Soleschiano, del giugno 1511, dove rimase fatalmente ferito quel Luigi Da Porto, autore - esattamente cinque secoli or sono - della novella di Romeo e Giulietta, ambientata nella Verona scaligera medievale eppure ispirata parrebbe a vicende del Rinascimento udinese e friulano.



Raccolte le dediche dei Quintieri, il presidente arengario prof.ssa D'Aronco ne ha formato, insieme al prof. Travain e alla sig.ra Petrone, un gran mazzo unico, e lo ha consegnato, come ormai avviene dal 2004, a picchetto d'onore dei Vigili del Fuoco per la posa in cima alla colonna forense o Guglia di Mercatonuovo, tradizionale "omaggio civista a Udine 'Nuova Aquileia', 'madre e reina' dei suoi cittadini - per dirla con l'"Attila" di Giuseppe Verdi - , rifugio e baluardo di umanità e civiltà". Il tutto sulle note del canto spontaneo dell'inno popolare cittadino udinese "O ce biel cjiscjel a Udin", con il suo curioso richiamo alla più nota marcia militare dell'antica – e anch'essa bianconera – Prussia!



Al termine, il picchetto dei Vigili del Fuoco, la più antica difesa civile del Friuli, rimandante ad Aquileia antica e alla vicenda udinese dei "guardafogo" e dei "bombardieri" ha ricevuto l'omaggio fogolarista nel ventennale del concorso del Corpo alle celebrazioni del genetliaco urbano, con la sincera dedica del "façolet" sociale, bianco come le toghe di cittadinanza antiche e recante il simbolo polisemico di una rosa, evocante ad un tempo gli onori popolari al mitico patriarca aquileiese Bertrando, assassinato dai potenti regionali, nonché la rivolta contro questi ultimi per la difesa dei diritti plebei. Il capopicchetto ha subito risposto portando i saluti e ringraziamenti del comandante ing. Giorgio Basile e di tutto il Corpo. Alla fine gran foto di gruppo, foto di famiglia degli udinesi, sotto la Guglia del Mercatonuovo: foto alla quale si è simpaticamente aggiunto anche "Sdrindule", noto cabarettista della Piccola Patria. La manifestazione è stata ampiamente documentata dal fotografo sig. Gianni Strizzolo e dai sodali fogolaristi sig. Attilio Calligaro e sig. Pietro Maria Crestan oltreché da altri numerosi cittadini e turisti presenti all'avvenimento. Numerosi i collaboratori che variamente hanno contribuito alla buona riuscita dell'evento. Tra questi, oltre ai già citati, il maestro Dario Braidotti, il prof. Luca Fabbro, il dott. Carlo Alberto Lenoci, il sig. Daniele Pagnutti e il sig. Victor Tosoratti.



Soddisfazione, quindi, e gran vanto per un civismo culturale udinese la cui libera iniziativa pare sotto sotto non proprio gradita ai poteri locali - ossia la 'grande' politica e la 'grande' stampa da strapaese - probabilmente perché 'brutto esempio' - da molti anni oramai, da decenni - di un popolo che alza la cresta e si mostra concretamente capace e propulsore autonomo di cultura identitaria e comunitaria in chiave cittadina di fronte all'assenza o alla grave carenza in tale settore delle Istituzioni, di enti e soggetti di gran levatura e sperato mandato ovvero interesse anche su tale oggetto. Un "di bessôi" eroico del "bonus civis", "dal bon sitadin", che ogni anno trionfa o si accontenta in cuor suo di trionfare il 13 settembre, alle falde del Colle di Attila se non di Antenore, al centro della piccola Patria del Friuli!
IL CORTEO











"A mezzo millennio dalla proclamazione patriarcale moderna di Udine quale 'Nuova Aquileia' eletta metropoli spirituale e culturale dell'area Alpe Adria per iniziativa del patriarca aquileiese Marino Grimani, il cui cavallo ancora campeggia sullo stemma civico" - così riportava una ricca locandina bilingue, in italiano e friulano - venerdì 13 settembre 2024, si sono rinnovate a Udine le "celebrazioni d'iniziativa popolare dell'anniversario di fondazione urbana della Capitale del Friuli Storico nella ricorrenza dell'istituzione del mercato franco (13 settembre 1223) disposta dal principe-patriarca Bertoldo di Andechs-Merania, effettivo padre della patria urbana e primo leggendario propugnatore del primato udinese, eredità di Aquileia". Celebrazioni giunte alla loro 24^ edizione, per l'"801° Compleanno della Città". "Un appuntamento di cittadinanza tradizionalmente promosso dal Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico 'Fogolâr Civic' con il patrocinio culturale dell'Arengo dei cittadini e in accordo con il Circolo Universitario Friulano 'Academie dal Friûl', il Club per l'Unesco di Udine, il Coordinamento Civico Udinese 'Borgo Stazione', i Coordinamenti rionali 'Cascanan' e 'Borc S.t Pieri / Udin Sud-Ovest', il Gruppo Storico Borgo Pracchiuso, il Gruppo Folcloristico 'Stelutis di Udin', Galleria Italian Secret e UdineseLife".