Sotto l'aquila-fenice di un riscatto civico locale inclusivo: Festa della Patria del Friuli in Borgo Stazione a Udine

03.04.2024

Soddisfazione per la riuscita delle cerimonie spontanee della festa nazionale friulana del 3 aprile nel plurietnico quartiere ferroviario udinese. Iniziative promosse dallo storico Coordinamento civico rionale guidato dal prof. Travain insieme alla prof.ssa Marioni ed alla dott.ssa Ranzato: "Le radici di ogni territorio siano chiave d'inclusione e coesione!". Delegazioni da Comune, Arengo, Parrocchie e Associazioni. Indirizzi di saluto ed apprezzamento istituzionali e sociali. Esposizione di nastri e coccarde udinesi e friulani.

Il nuovo Direttivo del Coordinamento Civico Udinese "Borgo Stazione" o Coordenament Citadin dal Borc de Stazion di Udin, sodalizio costituito nel 2003 per la riqualifica ambientale, sociale e culturale del quartiere storico ferroviario udinese, da Porta Grazzano a Porta Aquileia, dalle antiche mura alla ferrovia, ha proposto breve ma pregnante commemorazione sociale spontanea in occasione della Festa della Patria del Friuli mercoledì 3 aprile 2024, presso la torre di Porta Aquileia, in Piazzale D'Annunzio, a Udine, alle ore 11, con un omaggio alla rara effigie dell'aquila-fenice aquileiese, simbolo e auspicio di speranza, rinascita e riscatto di una terra quadrivio di mondo ma anche rinnovato baluardo di civiltà contro la barbarie. Invitate Autorità locali e rappresentanze di diversa religione e confessione. L'iniziativa si è svolta sotto il patronato culturale dell'Arengo cittadino e in accordo con varie organizzazioni della società civile tra cui l'Associazione Udinese per il Recupero della Democrazia Storica Partecipata "Pro Arengo Udine", il Circolo Universitario Friulano "Academie dal Friûl", il Club per l'Unesco di Udine, il Coordinamento Euroregionalista Friulano "Europa Aquileiensis" e il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico "Fogolâr Civic" oltreché giovandosi del concorso di volenterosi cittadini, artigiani ed esercenti.

La cerimonia è stata presieduta dal coordinatore e conservatore arengario del sodalizio rionale prof. Alberto Travain, che ha parlato in lingua italiana – ha detto – "in attesa che vi sia più incisiva e seria promozione della 'Marilenghe'". In un libello bilingue commemorativo, però, il messaggio di Travain, apprezzato e trascinante oratore anche certo in friulano, è apparso comunque in entrambi gli idiomi, come si riporta. "In lingua friulana", quindi, sotto il titolo "Aquileia docet (Aquilee e insegne): la liende civiste di une acuile-fenîs", eccone il pensiero. "Pe Fieste de Patrie dal Friûl, tal aniversari de fondazion dal Stât 'furlan' di une volte dai 3 di Avrîl 1077, nô de Sorestanzie dal Coordenament Citadin dal Borc de Stazion di Udin si à decidût di tirâ la atenzion su chel simbul particolâr, che al cjale dismenteât e malintindût chest nestri cuartîr fûr puarte: la acuile-fenîs di Puarte Aquilee, râr – e vuê unic – esempli dal gjenar di sculture araldiche figurant facil Aquilee resuride de sô cinise, segnâl di rinassince e di riscat di une tiere crosere di mont ma ancje bastion di civiltât in face di barbarie. Steme particolâr in front di borc particolâr cumò, mignestron di gjernaziis resint, societât sbrindielade e in balie di cjacaris contrastivis che a sledrosin la realtât cence mai inviulâ vêrs progjets di comunitât armoniche, cun braure cosmopolitiche e inmò plui locâl, tant che e je stade Aquilee. E la rinassince di Aquilee in forme di liende esemplâr di lidrîs e di cole in Furlanie e mighe dome che e podedi travanâ ben lis nestris cussiencis, lis nestris viodudis, i nestris progjets: che e podedi fâsi medole di motivazion di une dediche a continuât rionzisi di un sens di comunitât insedât su teritoris e lôr culturis carateristichis di unî ator di chês dut il marimont. Il probleme al è che tal câs di Udin e dal Friûl – ma ancje di altris bandis di Italie – l''indialetament' des culturis locâls lis à fatis deventâ un opzionâl folcloristic di dificil tignude sociâl e duncje scjars potenziâl congregant. La Unitât di Italie le àn fate mâl. Si che la imigrazion e rive no da râr intun desert identitari facil di stramudâlu in jungle. Tornâ a inventâsi, alore, lûc par lûc, une identitât di podê meti a mieç specifiche di ogni teritori partint de sô storie e je è la grande sfide dal dì di vuê di cui che no si rint, in dut l'Ocident e pal mont, al avignî torvit di sdrumis divisis e barufantis in balie di potents e tirans. Ancje achì, Aquileia docet!". 

"In lingua italiana", ecco la versione del messaggio del prof. Travain. "Aquileia docet (Aquileia insegna): il mito civista di un'aquila-fenice. In occasione della Festa della Patria del Friuli, nell'anniversario di fondazione dell'antico Stato 'friulano' avvenuta il 3 aprile 1077, noi del Direttivo del Coordinamento Civico Udinese 'Borgo Stazione' abbiamo deciso di richiamare l'attenzione su quel simbolo particolare, che si affaccia – ignorato e incompreso – a questo nostro rione fuori porta: l'aquila-fenice di Porta Aquileia, raro – oggi unico – esempio nel suo genere di rilievo araldico simboleggiante facilmente Aquileia risorta dalle sue ceneri, segno di rinascita e di riscatto di una terra quadrivio di mondo ma anche baluardo di civiltà contro la barbarie. Stemma particolare in faccia a rione particolare oggi, di recente marcata plurietnicità, socialmente scollato e in balia di retoriche contrapposte che mistificano la realtà senza promuovere reali progetti di comunità armonica, orgogliosamente cosmopolita ma ancor più orgogliosamente locale, come fu Aquileia. La rinascita di Aquileia in termini di mito esemplare radicante ed aggregante in ambito friulano e non soltanto possa pervadere le nostre coscienze, i nostri orizzonti, i nostri progetti: possa farsi radice motivazionale di una dedizione al perenne rinnovo di un senso di comunità imperniato sui territori e sulle loro culture rappresentative attorno a cui accogliere l'universo mondo. Il problema è che nel caso udinese e friulano – ma anche in altre parti d'Italia – la 'dialettizzazione' delle culture locali le ha rese un optional folcloristico di difficile tenuta sociale e quindi scarso potenziale aggregante. L'Unità d'Italia è stata fatta male. L'immigrazione approda non di rado perciò in un deserto identitario facile a trasformarsi in giungla. Reinventarsi, allora, capillarmente, un'identità da poter condividere specificamente in ogni territorio prendendo le mosse dal suo passato, è la grande sfida contemporanea di chi non si arrende, in tutto l'Occidente ed in tutto il mondo, al mesto futuro di masse divise e conflittuali alla mercé di potenti e tiranni. Anche qui, Aquileia docet!". Sono seguiti gli onori popolari all'aquila-fenice aquileiese.

In rappresentanza di Sindaco e Comune, la Presidente della Commissione consiliare Cultura e Istruzione, consigliera dott.ssa Antonella Eloisa Gatta, ha espresso sinceri apprezzamento e condivisione per i contenuti e gli orizzonti civisti dell'approccio storico-culturale proposto: "L'identità è basilare per la coesione di ogni popolo!". Hanno preso, in seguito, la parola le vicarie del Coordinamento, prof.ssa Elisabetta Marioni e dott.ssa Maria Luisa Ranzato, le quali, unanimi, hanno sottolineato anche il tema di legalità e sicurezza in un'area a forte scollamento sociale. La prof.ssa Renata Capria D'Aronco, presidente, oltreché del Club per l'Unesco di Udine, anche del civico Arengo udinese, che lo scorso 29 settembre aveva investito il prof. Travain dell'incarico di rilanciare lo storico sodalizio rionale, ha avuto per lo stesso parole di elogio in considerazione dell'impegno assunto.

Il prof. Claudio Freschi ha, poi, portato il saluto della Parrocchia della Beata Vergine del Carmine e del suo parroco don Giancarlo Brianti, sottolineando l'importanza dei valori storici Aquileia nell'attualità. "A nome del Parroco e della Comunità parrocchiale di S. Giorgio Maggiore in Borgo Grazzano – erede anche delle memorie e dei valori popolari dell'antica Vicinia di Grazzano – esprimo il sentimento di intensa comunione di intenti con chi, nella Festa della Patria del Friuli, si impegni nel ricreare ideali di preservazione e promozione del bene comune, di accoglienza e integrazione di molti nuovi concittadini in una storia condivisa, di ideazione di strumenti culturali idonei a rendere un'occasione di fertile rinnovamento la transizione epocale in corso. 'Che Diu nus judi a semenâ e a meti in vore lis miôr sperancis pe incressite in cuarp e anime dal nestri Friûl'". Così, in un messaggio, il prof. Alessio Persic, del gruppo dei referenti della Parrocchia Urbana di S. Giorgio Maggiore, retta da mons. Angelo Favretto.

Di particolare pregnanza il messaggio inviato dal consigliere regionale prof. Furio Honsell, già rettore e sindaco a Udine. "Un primo spunto di riflessione in occasione della 'Fieste' della 'Patrie dal Friûl', che commemora l'istituzione dello stato ecclesiastico del Patriarcato di Aquileia, è quello del concetto di Euroregione. È concetto attualissimo: la Patria del Friuli riuniva popoli di lingue e culture diverse, ma in grado di sentirsi uniti nella diversità sulla base dei loro valori fondanti. È urgente ritrovare quello spirito di intesa di fronte al crescere del pensiero sovranista che sta fiaccando l'idea di Unione Europea. Era concetto ben diverso da quello di autonomia differenziata che è in discussione a Roma. Un altro spunto altrettanto importante e complementare è quello relativo alle varie forme di democrazia partecipata che accompagnarono quasi da subito l'evoluzione dell'organizzazione politica della Piccola Patria, anche quando se ne ridusse l'estensione amministrativa. Udine conserva ancora la Casa della Cittadinanza e il Salone del Parlamento. Costituivano pesi e contrappesi che anticiparono la Magna Charta inglese, ma che rischieremmo di non avere più se trionferà il premierato. Devo la comprensione dell'attualità della Storia della Patria del Friuli agli insegnamenti del prof. Alberto Travain, guida del Fogolâr Civic e degli altri movimenti civici ad essi ispirati".

Indirizzi benaugurali sono giunti anche dal Questore di Udine, dott. Alfredo D'Agostino e dal pastore Jens Hansen della Chiesa Evangelica Metodista di Piazzale D'Annunzio. Nessun riscontro dalla Prefettura; dalle Dirigenze scolastiche degli Istituti Comprensivi II, III e IV; dal Centro islamico Misericordia e Solidarietà. Ha dato forfait anche l'Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane. Note di apprezzamento, invece, dal civismo storico territoriale: pervenuto messaggio anche da indimenticata "pasionaria" dei comitati di mobilitazione rurale ambientalista degli anni '80-'90, sig.ra Franca Mattiussi da Basiliano! Tra le delegazioni civiche convenute, presente inoltre la decana del Fogolâr Civic sig.ra Milvia Cuttini, la consigliera arengaria del Quintiere Aquileia sig.ra Renata Marcuzzi e la sig.ra Marisa Lenarduzzi Zamparo, vera memoria storica, insieme a Travain, del vecchio Coordinamento rionale. Intervenuto anche l'autonomista avv. Luca Campanotto. Applauditissima la comparsa dell'Alfiere Popolare della Friulanità, il sig. Gianfranco Passone, che con la sua "Bandiere Pelegrine", da decenni svolge liberalmente il suo servizio socioculturale di vessillifero friulano nelle cerimonie e nelle occasioni istituzionali e sociali ora liete ora meste della Piccola Patria. Intervenute rappresentanze dell'impegno civico anche da Trieste. 

Già nel quartiere nastri e coccarde udinesi e friulani erano comparsi qua e là: al quadrivio rionale tra le vie Battistig, Nievo e Percoto, popolarmente dichiarato "foro" del borgo dal Coordinamento nel 2004; e così in Via Roma, a Piazzale Repubblica in faccia alla rotonda intitolata nel 2017 dall'Arengo cittadino alla compianta civista locale sig.ra Francesca De Marco, presidente storica del comitato civico scomparsa dieci anni or sono... Primo fra tutti ad esporre la coccarda, il popolare meccanico di Viale Europa Unita sig. Luca Pittacolo.



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